L’EVERSIONE DEI CAMPI.

Riscrivo, dopo molto tempo, dal silenzio di un campo, dove una manciata di persone si sono ritrovate e conversano, condividono un momento, autentico, guidato da due teatranti. Un teatro non della messa-in-scena, un teatro contadino, artigiano, emotivo. Questo.

Tra una lettura di Pasolini e “Last leaf” di Tom Waits, tradotta fino a diventare la canzone d’amore più struggente che io abbia mai sentito, i teatranti ci hanno chiesto a chi avremmo voluto dedicare una lettera scritta a mano. E come l’avremmo cominciata.

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LA CULTURA DENTRO E FUORI (dalle porte di un foyer)

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@Rocco Casaluci, Archivio Teatro Comunale di Bologna

In modo del tutto inaspettato sono finita a parlare a TEDx Bologna, infilandomi in un talk piuttosto spinoso, a cavallo tra me medesima, la me istituzionale (quindi la mia esperienza nel Consiglio d’Indirizzo del Teatro Comunale di Bologna), il contesto politico di questa città negli ultimi tempi e più in generale i fenomeni d’innovazione culturale.
Nonostante la mia non-ansia da palcoscenico, ammetto che l’esperienza non è stata semplicissima, probabilmente più a causa degli spini (e rischio scivolate) del discorso per come l’ho impostato, che per la platea o per il piede troppo recentemente tornato integro.

Questo è il risultato, per chi avesse voglia di perdere 16 minuti della propria vita.

Per chi (comprensibilmente) non ce li ha, queste sono le cose che vorrei rimanessero: Continua a leggere

DELLO SRILANKA, DEL VIAGGIARE O DEL CELEBRARE LA VITA OGNI GIORNO

Alle domande zen non è importante rispondere: producono perplessità, proprio come il viaggio e la scrittura. Il suo posto è dappertutto e da nessuna parte. Vive di istanti rubati, di riflessi, di minute presenze. [Il Pesce-Scorpione, Nicholas Bouvier]

Alle domande zen non è importante rispondere: producono perplessità, proprio come il viaggio e la scrittura. Il suo posto è dappertutto e da nessuna parte. Vive di istanti rubati, di riflessi, di minute presenze. [Il Pesce-Scorpione, Nicholas Bouvier]

Ci sono viaggi da cui torni con l’urgenza di raccontare. Dallo Srilanka no, e non ho ancora capito perché. Credo che in questo c’entri la voglia di non tornare, o di ripartire, e quel senso di inquietudine che mi ha lasciato incontrare Sheri sulla mia strada, lei che ha mollato tutto e girerà il mondo per un anno. Lei che non è turista, lei che non è in vacanza. Lei che semplicemente sta viaggiando. Continua a leggere

INNOVARE LA TRADIZIONE: COINCIDENZE PREMEDITATE AL COMUNALE DI BOLOGNA

Due bambini ci guardano, sembrano indecisi, forse si stanno chiedendo cosa devono fare con noi, con le nostre aspettative, con la nostra pretesa di illusione e finzione. [Lorenzo Donati, Altrevelocità]

Due bambini ci guardano, sembrano indecisi, forse si stanno chiedendo cosa devono fare con noi, con le nostre aspettative, con la nostra pretesa di illusione e finzione. [Lorenzo Donati, Altrevelocità]

[quest’articolo è stato scritto per Che Fare e lo trovate a questo link, insieme a un milione di altri articoli che vi apriranno un mondo sull’innovazione culturale]

Tutto può accadere, tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono, solo l’immaginazione fila e tesse nuovi disegni”, racconta Nonna Helena al nipote, alla fine del mitico Fanny e Alexander di Ingmar Bergman. Una frase che sembra tracciare anche la rotta dei Fanny&Alexander romagnoli (che al cineasta svedese devono molto più che il loro nome), atterrati dalla ricerca teatrale contemporanea sul palco del Teatro Comunale di Bologna per la prima assoluta de Il Flauto Magico di Mozart, lo scorso maggio. Non solo la loro, in effetti, ma la rotta di un’intera squadra che ha giocato per un paio d’anni nell’intessere “coincidenze premeditate” e nuovi scenari (come racconta Luigi De Angelis in questa bella intervista a cura del gruppo di critica delle arti sceniche Altre Velocità), perché una delle opere più classiche del repertorio lirico finisse meravigliosamente sporcata d’innovazione. Continua a leggere